Gestione mense universitarie: nuovi orizzonti per la ristorazione del futuro

Nel pomeriggio, focus group sul mondo della ristorazione sostenibile nell’ambito della tavola rotonda moderata da Gabriele Verza, segretario generale di Andisu; un confronto virtuoso tra i soggetti che si occupano della gestione delle mense universitarie su tutto il territorio nazionale.

Obiettivo del workshop conclusivo è stato mettere a confronto le esperienze positive nella gestione delle mense universitarie e avviare un confronto su politiche condivise per affrontare e risolvere le criticità rilevate al fine di offrire spunti di riflessione al gruppo di lavoro nazionale sulla ristorazione universitaria sostenibile.

Da nord a sud, le voci dei vari enti per il diritto allo studio hanno rappresentato lo stato dell’arte nelle mense universitarie fotografando la realtà attuale in relazione al parametro della sostenibilità e tracciando nuovi orizzonti per la ristorazione del futuro.

Grazie alle esperienze rappresentate dai vari enti, è stata posta l’attenzione su un importante indicatore, ovvero quello relativo alla valutazione della sostenibilità alimentare e ambientale partendo dalla rilevazione dell’impatto positivo che viene prodotto da un menu vegetale a confronto con quello con prevalenza di elementi animali. Il menu vegetale, infatti, produce un indotto positivamente rilevabile sia in termini di impatto nutrizionale che rispetto al parametro ambientale, con una produzione di rifiuti decisamente inferiore.

Altre buoni prassi da promuovere sono quelle della costituzione di laboratori alimentari sostenibili in collaborazione con ricercatori del settore con predisposizione di tool kit e linee guida, nonché il superamento del concetto di vassoio tradizionale attraverso la predisposizione di menu flessibili a punti da quantificare in relazione al peso degli alimenti e con applicazione di prezzi e sconti progressivi in base all’Isee degli studenti, in coerenza anche con l’obiettivo del contrasto allo spreco alimentale.

La maggiore criticità emersa è quella relativa ai costi per realizzare mense universitarie completamente sostenibili: il prodotto biologico ha decisamente un costo maggiore e, per tale ragione, sarebbe importante e auspicabile favorire supporti economici a sostegno delle mense green con un’attenzione maggiore ai costi e all’offerta alimentare, da implementare anche grazie al supporto di nutrizionisti ed esperti.

Altra necessità rilevata, per incidere su una gestione alimentare e ambientale sostenibile delle mense universitarie, è quella di continuare a promuovere attività di sensibilizzazione e informazione con il coinvolgimento attivo delle aziende della ristorazione, degli organismi per il diritto allo studio e, soprattutto, degli studenti, attori principali di un cambiamento che passa anche da scelte alimentari quotidiane, consapevoli e sostenibili.

A conclusione dei lavori, è intervenuto il Presidente del DSU Toscana, Marco Del Medico, che ha evidenziato l’importanza della condivisione di esperienze e buoni prassi nel mondo della ristorazione universitaria su cui è essenziale continuare a lavorare insieme per la promozione di una cultura alimentare e ambientale sostenibile.

“Ma Che Cavolo!” la ristorazione universitaria verso un futuro di sostenibilità, flessibilità e semplicità

Si è tenuto il 17 maggio, a Firenze, l’evento nazionale organizzato da ANDISU e DSU Toscana sulla ristorazione sostenibile. Nel corso della mattinata, presso l’Auditorium Sant’Apollonia, ricercatori, esperti e operatori del settore si sono incontrati per discutere di politiche green in ambito universitario: a “Ma che cavolo! – la ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente” hanno partecipato rappresentanti degli organismi per il Diritto allo Studio Universitario di tutta Italia, delle Università, RUS e di associazioni che operano nell’ambito della “sostenibilità”.

Durante la giornata nazionale si sono confrontate varie esperienze del settore per valutare quanto sia rilevante l’impatto dei processi di produzione ed erogazione dei pasti nelle mense universitarie sull’ambiente e quanto un cambiamento diffuso delle abitudini alimentari, con un consumo maggiore di alimenti vegetali, possa contribuire a contenere i mutamenti climatici.

Ad aprire l’incontro è stato il Presidente di ANDISU, Alessandro Ciro Sciretti: “Ringrazio il DSU Toscana per aver voluto proporre un percorso che molti associati ANDISU portano avanti da tempo. La ristorazione sostenibile e il sistema del diritto allo studio universitario può e deve impattare sui cambiamenti del futuro. Il diritto allo studio ha effetto sulla vita di tutti i giorni. Ringrazio il Presidente di ANDISU mio predecessore, Alessio Pontillo, per il lavoro svolto e il Ministero dell’Università per l’azione di sostegno del DSU in Italia. Quanto al catering universitario, bisogna considerare le azioni sostenibili per ridurre l’impatto ambientale del sistema di ristorazione collettiva. Desideriamo sensibilizzare gli utenti verso buone pratiche che possano avere un impatto positivo e di prospettiva”.

Marco Del Medico, Presidente del DSU Toscana, nel suo intervento è partito dall’articolo della Costituzione dedicato al diritto allo studio, passando poi all’importanza che quest’ultimo può rivestire anche in termini di contrasto al cambiamento climatico: “Come DSU Toscana, per ridurre il cambiamento climatico, siamo intervenuti con gesti tendenti al green come la riduzione della plastica nelle mense e negli alloggi, sul menù della ristorazione aumentando le opzioni vegane e riducendo la quantità di carni rosse presenti, sul recupero degli avanzi tramite partnership con enti del terzo settore. Le nostre azioni devono supportare e guidare i nostri ragazzi verso un futuro sostenibile. Noi come ente possiamo dare l’esempio con una funzione educativa. Dobbiamo lavorare per creare un sistema virtuoso. Siamo stati riconosciuti con premi nazionali in tema di sostenibilità come il Compraverde Buygreen 2024, (sezione Mensa Verde 2024), dopo aver ricevuto l’anno scorso la menzione speciale dalla stessa organizzazione che si occupa delle politiche, i progetti, i beni e i servizi di Green Procurement, pubblico e privato. Agire sulla sostenibilità rappresenta un dovere da perseguire con azioni concrete, mettendo a confronto le esperienze positive e trovando soluzioni che possono aiutare il processo di transizione”.

Enrico Carpitelli, Direttore Generale DSU Toscana, ha ribadito il continuo impegno dell’ente per le politiche sostenibili: “La ristorazione è sempre stata presa sul serio in Toscana, per una questione di salute, ma anche per l’impatto ambientale”.

A moderare la prima parte della giornata è stato il giornalista de “La Repubblica”, Antonino Palumbo, che ha presentato i vari esperti del settore e le loro proposte e studi sul settore.

Alessandro Galli, Direttore del programma Mediterraneo Global Footprint Network, partendo da una panoramica sulle risorse naturali presenti a livello globale, ha illustrato come, all’interno del contesto universitario, si possano adottare strumenti più sostenibili: “La nostra economia è definita oggi “da mondo pieno” dato che i consumi sono aumentati così come la popolazione. Il nostro impatto sul pianeta è estremamente cambiato ed è stato innescato un circolo vizioso alterando il clima. L’università è un attore fondamentale nell’insegnare ai giovani la transizione verso scelte più sostenibili. Abbiamo lavorato qualche tempo fa con l’Università di Siena per adattare pratiche più green tra le quali il calcolatore dell’impronta ecologica dell’Università che ci ha permesso di vedere quali sono le attività quotidiane che impattano di più sull’ambiente. Era emerso subito il forte peso dell’alimentazione. Con il calcolatore abbiamo misurato l’impatto e abbiamo potuto creare un documento su come agire con varie raccomandazioni. Molte pratiche sono già in atto presso il DSU Toscana, fra queste l’inserimento di pasti vegetariani e pasti vegani che aiutano a ridurre l’impatto ecologico del 40%”.

Federica Laudisa, Ricercatrice IRES Piemonte, ha elencato dati e trend sugli studenti che frequentano le mense in Italia. Il trend è quasi stabile da oltre 20 anni: circa 21 milioni di pasti all’anno erogati ogni anno. La ricercatrice ha poi esposto il rapporto e le differenze con gli altri paesi europei sul numero di punti ristoro e sul numero delle erogazione dei pasti. In conclusione ha svolto una riflessione sulle opportunità offerte dal Pnrr e su un aspetto che potrebbe essere potenziato a favore della sostenibilità ambientale: “Il Pnrr forse poteva investire anche sulla ristrutturazione delle mense in termini più sostenibili, mettendo in rete le esperienze virtuose”.

Il rapporto fra istituzioni e studenti è stato analizzato dalla R.U.S dell’Università di Torino con il Prof. Egidio Dansero e la Prof.ssa Nadia Tecco. La RUS si è occupata della mappatura degli Atenei italiani e la redazione di un vademecum sugli esempi virtuosi in termini di consumo e distribuzione dei pasti. Il cavolo (da qui la decisione anche di intitolare l’evento alla pianta) è stato utilizzato come metafora perché ogni foglia rappresenta i vari livelli di chi si occupa di sostenibilità in termini di ristorazione. La Rus ha poi effettuato un’indagine sulle conoscenze alimentari delle popolazioni universitarie. Al questionario hanno partecipato circa 11mila persone con età media di 24 anni. La difficoltà che emerge dai dati è tradurre il nesso che c’è fra comportamento alimentari virtuosi ed effetti sull’ambiente. L’Università deve promuovere un’alfabetizzazione alimentare.

Il Prof. Franco Fassio, progettista per lo sviluppo sostenibile all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (Cn), ha illustrato nel suo intervento la centralità del cuoco presente in due progetti europei da lui coordinati fra cui il progetto “Life Foster”: “Dobbiamo insieme implementare un nuovo paradigma culturale per guidarci verso la transizione ecologica. L’obiettivo dell’Ateneo di Pollenzo è proprio condividere buone pratiche sul food system grazie anche allo slow food. Il primo terreno da battere è quello di un approccio sistemico a livello di ristorazione universitaria. La sfida del food system è rivoluzionare il modello produttivo offrendo uno spazio etico. I cuochi hanno un ruolo da educatori in questo sistema. Apprendimento attivo ed esposizione al nuovo pasto sono fra le strategie più vincenti a livello europeo”.

Matteo Vittuari dell’Università di Bologna del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari ha effettuato uno studio sugli interventi e strumenti della sostenibilità nella ristorazione universitaria e su come progettare modelli più green. L’approccio utilizzato è quello del food system e quindi la connessione fra persone e territori, cercando di portare avanti interventi con un approccio multi attore che coinvolge le Università, gli enti dsu del territorio (in questo caso ERGO Emilia Romagna), il personale scolastico, gli enti regionali e gli operatori privati come le singole aziende di ristorazione. Il lavoro portato avanti è di valutazione integrata dell’impatto, con strumenti di economia comportamentale e approcci partecipativi. Il primo approccio è quello legato alle motivazioni (framework MOA). Altro strumento utilizzato è quello del life cycle thinking. Fra i progetti importanti portati avanti negli ultimi anni con la Regione Emilia Romagna c’è l’intervento effettuato in 26 scuole primarie del territorio dove è stato invertito l’ordine del pasto mettendo come prima portata il contorno e quindi le verdure prima della pasta e delle proteine, per analizzare se questa inversione potesse aiutare a ridurre lo spreco alimentare di alimenti green e contribuire a diete più salutari. Dalle mense scolastiche si è poi passati alle mense universitarie con un approccio interdisciplinare.

Valentina Taglietti, Food Policy specialist di MenoPerPiù, ha parlato invece di formazione e dell’importanza di condividere il percorso con gli stakeholder. L’esperta è partita dallo studio sui consumi alimentari in Italia: nel 2023 si è consumato, nella fascia d’età 18-25 anni, 150gr di carne al giorno e 10 gr di legumi al giorno, un dato che ci fa riflettere sulla lontananza dalla transizione ecologica. L’invito è quello di influenzare in modo sostenibile le nuove generazioni. Nel 2023 il 55% delle mense universitarie italiane non ha un secondo piatto a base totalmente vegetale. La dottoressa Taglietti ha presentato anche alcuni modelli europei basati su incentivi economici (minor costo dei prodotti vegetali) e sulla visibilità delle alternative alimentari (a partire dal nome da dare ai piatti) per dimezzare la presenza delle proteine animali nei piatti.

Ristorazione sostenibile, le parole del Presidente Sciretti: “Al via la rete nazionale di collaborazione fra enti dsu”

Il convegno dello scorso 17 maggio a Firenze, “Ma che cavolo! – la ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente” è stata una importante occasione per confrontarci su un tema che sarà centrale nel prossimo futuro: quello della sostenibilità delle nostre mense.

Ci tengo dunque, per prima cosa, a ringraziare tutte e tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione della giornata e quanti hanno partecipato in presenza o da remoto all’evento.

Ogni giorno sono oltre due milioni gli utenti delle mense universitarie nel territorio nazionale. E in linea con un crescente numero di domande di servizi da parte della popolazione studentesca possiamo immaginare che anche i dati di chi usufruisce delle nostre mense è destinato ad aumentare. Interrogarci sul ruolo che i servizi di ristorazione degli Enti del Diritto allo studio possono avere per uno sviluppo sostenibile è dunque doveroso e necessario.

Quello della transizione ecologica e della sostenibilità deve essere un obiettivo concreto anche nella ristorazione universitaria che ad esempio favorendo scelte alimentari più consapevoli e green può contribuire a produrre meno Co2. Servono però gli strumenti adatti per poter operare con cognizione di causa. Ecco perchè la giornata di Firenze è stata anche l’occasione per dare il via alla creazione di una rete nazionale di collaborazione con un gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da esperti in ruolo negli enti regionali per il diritto allo studio, incaricato di redigere un documento che definisca le regole da adottare in tutte le mense universitarie d’Italia.

Un percorso e un impegno che vogliamo condividere con tutti voi, perchè compito del diritto allo studio è anche quelli di contribuire a disegnare un mondo migliore.

Ma che cavolo! – la ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente”

Ricercatori ed operatori del settore si sono incontrati oggi a Firenze per discutere sul tema della sostenibilità nella ristorazione universitaria in occasione del convegno “Ma che cavolo! – la ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente” svoltosi nell’Auditorium di Santa Apollonia e promosso dall’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario della Toscana e l’Associazione Nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario (ANDISU), al quale hanno partecipato rappresentanti degli enti per il Diritto allo Studio Universitario di tutta Italia, delle Università, RUS e di associazioni che operano nell’ambito della “sostenibilità”.

Durante la giornata si sono confrontate varie esperienze del settore per valutare quanto sia rilevante l’impatto dei processi di produzione ed erogazione dei pasti nelle mense universitarie sull’ambiente e quanto possa contribuire a contenere i mutamenti climatici un cambiamento diffuso delle abitudini alimentari con un consumo maggiore di alimenti vegetali.

Con un bacino di utenza giornaliero di oltre due milioni tra studenti, docenti, personale tecnico e amministrativo, le mense universitarie italiane possono dare una mano a ridurre l’effetto che un certo modo di consumare il cibo ha sull’ecosistema.

Dagli interventi è emerso che l’introduzione di un’alternativa 100% vegetale tra i primi e i secondi piatti, l’eliminazione dei derivati animali dai contorni può portare ad un risparmio di 1.2 kg CO2 eq. per ogni utente. Considerato che in Italia sono erogati mediamente ogni anno circa 21 milioni di pasti a studenti universitari, un intervento congiunto sul territorio nazionale che applicasse coraggiosamente questi criteri nella propria offerta alimentare porterebbe ad una riduzione di circa 25.000 tonnellate di CO2 equivalenti alle emissioni di circa 5.000 viaggi in auto da Roma a Copenhagen. Purtroppo dai dati nazionali presentati solo una mensa universitaria su due in Italia offre la possibilità di consumare nei menù un secondo a base vegetale, quando è scientificamente provato che per ridurre le emissioni del 4,7% all’anno deve essere dimezzato il consumo di proteine animali entro il 2050.

Da questo punto di vista la Toscana si sta dimostrando all’avanguardia sugli investimenti nel settore nell’ottica della transizione ecologica con un approccio sistemico dell’Azienda DSU nell’elaborazione dei menù e nella somministrazione, con apprezzamenti a livello nazionale. Il DSU Toscana ha infatti ottenuto proprio ieri a Roma il premio Compraverde Buygreen 2024, sezione Mensa Verde 2024, dopo aver ricevuto l’anno scorso la menzione speciale dalla stessa organizzazione che si occupa delle politiche, i progetti, i beni e i servizi di Green Procurement, pubblico e privato. Non da meno è stato ad inizio 2024 le prime tre posizioni raggiunte da alcune mense del DSU Toscana nel Ranking della ristorazione universitaria in Italia report Mense per il Clima – promosso dall’associazione Essere Animali che hanno permesso all’Azienda DSU Toscana di essere classificata in fascia A tra quelle più virtuose.

L’evento è quindi stato organizzato con l’intento di far conoscere ai rappresentanti degli enti per il Diritto allo Studio presenti a Firenze buone pratiche e individuare regole condivise per la gestione dell’intero processo di erogazione dei pasti. Gli interventi mattutini moderati dal giornalista Antonino Palumbo hanno fatto da cornice alla sessione di lavoro pomeridiana finalizzata all’istituzione di un gruppo di lavoro tecnico multidisciplinare incaricato di redigere le linee guida nazionali: dalla redazione delle ricette al controllo degli appalti.

Il Presidente ANDISU Alessandro Ciro Sciretti ha aperto il convegno e fatto le conclusioni della sessione mattutina ribadendo che la destinazione futura non può che essere la transizione sostenibile anche nella ristorazione universitaria che impone la creazione di una rete nazionale di collaborazione con un gruppo di lavoro multidisciplinare, composto da esperti in ruolo negli enti regionali per il diritto allo studio, incaricato di redigere un documento che definisca le regole da adottare in tutte le mense universitarie d’Italia”

Ha fatto eco alle sue parole il Presidente del DSU Toscana Marco Del Medico convinto cheagire sulla sostenibilità non sia un vezzo e non possa essere solo propaganda vuota, è un dovere da perseguire con azioni concrete da attuare nei servizi erogati, mettendo a confronto le esperienze positive e trovando soluzioni che possono aiutare il processo di transizione”.

“Ma che cavolo!” A Firenze l’evento green per una ristorazione universitaria sostenibile

ANDISU e DSU Toscana organizzano “Ma che Cavolo!”, l’evento per sensibilizzare sull’importanza di una ristorazione universitaria più green e sostenibile, l’occasione per far confrontare gli organismi dsu (e non solo) sulle buone pratiche attuate fino a ora e progettare nuove soluzioni per gli studenti a salvaguardia dell’ambiente. .

 

 

Una giornata interamente dedicata alla presentazione, condivisione e discussione di opportunità, scelte e buone pratiche orientate alla sostenibilità ambientale e alimentare. L’evento si terrà a Firenze presso l’Auditorium Santa Apollonia, Via San Gallo n.25, venerdì 17 maggio 2024.

 

In mattinata, a partire dalle ore 9:00, avrà inizio l’evento “La ristorazione universitaria che si (s)batte per l’ambiente”: dopo i saluti istituzionali a cura del presidente di ANDISU Alessandro Ciro Sciretti, il Presidente e il Direttore Generale di DSU Toscana, rispettivamente Marco Del Medico e Enrico Carpitelli e il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, partirà un talk e confronto fra istituzioni universitarie nazionali attive già in tema di sostenibilità ambientale, con la presenza di realtà green esperte sul tema quali MenoPerPiù (progetto che guida le aziende verso scelte ecosostenibili) e il Direttore del programma Mediterraneo Global Footprint Network.

 

A moderare l’incontro sarà il giornalista de “La Repubblica” Antonio Palumbo che guiderà la sessione mattutina dell’evento. Fra le tematiche che verranno affrontate in questa prima parte della giornata troviamo: l’impatto ecologico che ha l’alimentazione sull’ambiente e sul futuro del nostro pianeta, il rapporto tra le istituzioni e lo studente come fulcro delle politiche alimentari e come progettare e misurare insieme il cambiamento per promuove modelli alimentari sostenibili e attuabili. Si passerà poi al confronto su esempi pratici già attuati in tema di sostenibilità: il caso studio di School Food 4 Change e Life Foster, passando poi a un confronto con le best practice europee. Obiettivo del mondo del diritto allo studio italiano è infatti quello di aprirsi, sempre di più, a un dialogo costruttivo e innovativo con i partner europei, per favorire quella internazionalizzazione avviata da ANDISU nel rispetto di un valore percepito ampiamente dalle nuove generazioni: quello della tutela e salvaguardia dell’ambiente.

A chiudere l’incontro della mattinata sarà quindi il Presidente di ANDISU che descriverà le prospettive future della ristorazione universitaria con la presentazione di un board ristorazione per scrivere delle linee guida da applicare e seguire.

 

Dopo una pausa pranzo a cura del servizio ristorazione del DSU Toscana con una degustazione di menù vegetale, i rappresentanti degli enti interessati si riuniranno nel primo pomeriggio, a partire dalle ore 15, per un workshop sulla gestione della ristorazione universitaria. A moderare la Tavola Rotonda sarà il Segretario Generale di ANDISU, Gabriele Verza. Dalle ricette più vegetali e meno inquinanti, al sistema di erogazione dei pasti, alla gestione dei consumi all’interno delle università e in particolare delle mense: questi e tanti altri temi saranno affrontati per dimostrare che, a partire dai piccoli gesti quotidiani, si può trasmettere e diffondere un messaggio più sostenibile in grado di determinare non solo un aumento di benefici, in termini di salute, ma anche di salvaguardia dell’ambiente a breve e lungo termine.

 

A concludere la giornata sarà nuovamente il presidente del DSU TOSCANA, Marco Del Medico.

 

Sarà possibile seguire il convegno della mattina (ore 9-13)  in diretta streaming da questo link:
https://youtube.com/live/dBQqv5C1WCg?feature=share

 

Per il workshop del pomeriggio (ore 15-18) potete collegarvi da questo link webex:

 

Per chi ancora non si fosse iscritto all’evento, ricordiamo di compilare il form a questo link per confermare la vostra partecipazione, in presenza o da remoto.

Giornate Nazionali del Diritto allo Studio Universitario, le parole del Presidente Sciretti

Si è da poco conclusa l’edizione 2024 delle Giornate Nazionali per il Diritto allo Studio e mi preme per prima cosa ringraziare tutti gli Enti e tutti i territori che si sono impegnati per la realizzazione dei numerosi eventi ed appuntamenti che hanno permesso di dare risonanza al mondo del diritto allo studio facendoci conoscere a una platea sempre più ampia di possibili beneficiari.

Accanto alle singole iniziative che si sono svolte in tutta Italia, martedì 16 aprile Andisu insieme a Esu Padova ha organizzato nella città veneta il convegno “Diritto allo studio: un peso, una misura” che è stata un’importante giornata di lavori per ribadire il valore dei servizi alle studentesse e agli studenti come strumento strategico di sviluppo della nostra economia e per porre l’attenzione su temi quale quello della parità di genere che riteniamo un presupposto fondamentale per il Diritto allo Studio Universitario che deve saper creare uguali condizioni di accesso agli studi senza alcuna distinzione se non quella del merito.

La partecipazione che i territori hanno riscosso agli eventi da loro organizzati è la dimostrazione che le giovani generazioni hanno interesse e necessità di servizi a sostengo del loro percorso di studi. Momenti come le Giornate Nazionali per il Diritto allo Studio sono dunque anche occasione per ricordare a tutti noi l’importanza e il significato del lavoro che quotidianamente svolgiamo per sostenere un diritto costituzionalmente riconosciuto che offre a ogni individuo la possibilità di autodeterminare il proprio futuro.

Gino Cecchettin all’evento di ANDISU a Padova: “il diritto allo studio è libertà”

“L’educazione è il presupposto fondamentale per la libertà e lo sviluppo di ogni essere umano”. Ponendo l’accento sull’importanza al diritto allo studio come strumento efficace per la parità di genere e il rispetto dei diritti individuali, Gino Cecchettin, il papà della giovane studentessa universitaria Giulia – uccisa a novembre scorso dall’ex fidanzato- ha aperto il suo toccante discorso tenutosi  a Padova, il 16 aprile scorso, durante le Giornate Nazionali del Diritto allo Studio, organizzate da ANDISU.

La sua presenza, fortemente voluta anche da Esu di Padova – ente territoriale che ha ospitato il main event delle GNDSU anche per una questione simbolica, essendo la città dove studiava Cecchettin – ha rappresentato l’occasione per riflettere sul tema della parità di genere e il contrasto alla violenza nei confronti delle donne, argomento scelto come tematica centrale della serie di eventi e incontri promossi durante le Giornate Nazionali sia a livello nazionale che regionale.

Alla presenza di rappresentanti universitari e del mondo del diritto allo studio, Gino Cecchettin, prima di leggere una toccante lettera rivolta alla figlia, nel suo discorso ha posto l’attenzione sull’importanza della formazione per contrastare le discriminazioni e garantire uno sviluppo libero e consapevole della personalità dei giovani: “Giornate come queste danno l’opportunità ai ragazzi di conoscere iniziative utili e confrontarsi sulle sfide da affrontare insieme. Come papà di Davide, futuro studente universitario, e di Giulia ed Elena, neolaureate, ritengo che il diritto allo studio sia di fondamentale importanza perché penso che l’educazione sia il presupposto per lo sviluppo di ogni essere umano. Dobbiamo insegnare ai ragazzi a seguire i loro talenti e passioni, garantendo loro il benessere personale e una qualità di vita dignitosa essendo studenti”.

 Gino Cecchettin è stato invitato anche per parlare del suo libro “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia” (distribuito in sala fra i vari rappresentanti del diritto allo studio)  e ha ricordato, in un toccante discorso, come alla giovane ragazza “sia stato tolto il diritto a essere libera in quanto donna”. Il libro è una delle tante attività che Cecchettin ha realizzato insieme ad altri progetti per contrastare gli episodi di violenza nei confronti delle donne ed educare le giovani generazioni al rispetto delle libertà individuali. Fra le proposte avanzate da Cecchettin anche quella di stimolare le giovani studentesse a non proseguire gli studi solo per avere l’opportunità di avere le carriere dei loro sogni, ma anche così per garantirsi l’autonomia economica, altro fattore importante sul tema della violenza di genere. Cecchettin ha lanciato un invito alle Università e agli enti preposti nel contrastare il gender gap, sollecitando anche le ragazze a studiare le materie STEM che al momento hanno più opportunità di lavoro e per abbattere così gli stereotipi di genere ancora presenti nella nostra società che contribuiscono alle discriminazioni e, nei casi più gravi, al verificarsi dei fenomeni di violenza.

ANDISU ha scelto di promuovere ogni iniziativa di sensibilizzazione nei confronti del tema organizzando non solo l’ incontro dedicato a Padova, che si inserisce in una cornice di eventi e attività che hanno lo scopo di abbattere le differenze e gli stereotipi di genere, ma anche di offrire concrete opportunità di crescita educativa e professionale agli studenti tramite i servizi già attivi territorialmente.  I vari enti del diritto allo studio regionali stanno infatti attivando o hanno già attivato non solo sportelli di ascolto e supporto psicologico, ma anche promosso webinar, incontri e dibattiti partecipati con esperti per sensibilizzare sul tema della parità di genere. Concretamente il diritto allo studio è un diritto che, nella sua essenza, abbatte le disparità, promuovendo la libertà di espressione e di crescita di ogni singolo individuo.

Incontri come quello realizzato a Padova, con la presentazione anche del libro di Gino Cecchettin, rappresentano per ANDISU  l’occasione per riflettere insieme sulla tematica, affrontare le sfide e le soluzioni in sinergia e, allo stesso tempo, tenere accesi i riflettori su una tematica che riguarda tutti, non solo i giovani.

 

Diritto allo studio, a Padova l’evento di ANDISU per sostenere la parità di genere

Parità di genere come presupposto fondamentale per il Diritto allo Studio Universitario significa sottolineare quel che il nostro mondo cerca di fare ogni giorno: creare uguali condizioni di accesso agli studi senza alcuna distinzione se non quella del merito.” A parlare è Alessandro Ciro Sciretti, presidente dell’Associazione Nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario (ANDISU) che, in collaborazione con ESU Padova, ha organizzato il main event delle Giornate Nazionali del Diritto allo Studio Universitario (GNDSU), tenutosi il 16 aprile scorso.

Le GDSU hanno avuto luogo dal 15 al 17 aprile con seminari, workshop e webinar organizzati dagli enti del diritto allo studio presso le Università italiane con l’obiettivo di aiutare i giovani nell’orientamento allo studio, presentando i servizi attivi e le opportunità presenti. L’evento centrale si è svolto invece a Padova, presso la Scuola della Carità, nella mattinata di martedì 16 aprile. Tra i presenti all’iniziativa a Padova governance e rappresentanti del mondo del diritto allo studio universitario di tutta Italia, tra cui: Esu Verona, Esu Venezia, ARDIS Friuli Venezia Giulia, Ersu Catania, Edisu Piemonte, Azienda regionale DSU Toscana, ARDSU Basilicata, Adisurc Campania, Opera universitaria di Trento, Ersu Cagliari, Ersu Sassari, Azienda DSU Chieti/Pescara, Ersu Palermo, ERDIS Marche, Endisu, Azienda per il diritto agli studi universitari de L’Aquila, Università Magna Grecia di Catanzaro, Università Politecnico di Milano.

Il tema scelto per l’incontro, che ha visto riunirsi, oltre ai vari rappresentanti degli enti dsu regionali, anche figure istituzionali e universitarie, è stato quello della parità di genere.

In particolare, dopo i tristi avvenimenti di cronaca che hanno sconvolto la città e la comunità universitaria padovana (a seguito dell’omicidio, per mano del suo ex fidanzato, della studentessa Giulia Cecchettin a novembre scorso), Esu di Padova si è offerta di ospitare l’incontro, per sottolineare l’impegno concreto che l’ente sta portando avanti nel rispetto dei diritti delle donne. Ospite Gino Cecchettin: il papà della giovane ragazza ha letto una lettera per la figlia, parlando anche di diritto allo studio come diritto fondamentale per garantire la libertà. Nel suo applaudito intervento ha posto l’attenzione sull’incoraggiare i ragazzi a seguire le proprie passioni e nell’abbattere i pregiudizi nei confronti delle studentesse impegnate nelle materie STEM che sono, anzi, quelle che offrono più opportunità lavorative: “Per ridurre il gender gap è necessario inserire un circolo virtuoso con modelli positivi a cui ispirarsi, ricostruendo gli stereotipi di genere presenti. Come padre sento che alcuni elementi debbano essere ulteriormente valorizzati. Bisogna favorire un futuro condiviso e un cambiamento culturale”.

Il Presidente di ANDISU Alessandro Ciro Sciretti, che ha tenuto il discorso d’apertura dell’incontro ha, quindi, voluto sottolineare “la scelta fortemente simbolica di Padova”, sottolineando, inoltre come “la parità di genere sia insita nel nostro lavoro: il nostro sistema non fa differenza fra donne e uomini”.

Sulle attività quindi sostenute concentramente dal mondo del dsu e sugli obiettivi condivisi, Sciretti ha aggiunto: “Fare diritto allo studio non vuol dire solo dare un posto letto, ma garantire un sistema di servizi. Il valore strategico del  diritto allo studio è una necessità essenziale per lo sviluppo economico del nostro paese. Fare diritto allo studio vuol dire investire sul nostro sistema economico. Noi abbiamo bisogno di fare diritto allo studio non solo per sostenere gli Atenei nello sviluppo, non solo per garantire al nostro sistema di mantenere il livello raggiunto, ma per far aumentare il numero di studenti percentuali iscritti all’Università ed essere quindi competitivi, costruire il futuro e contribuire allo sviluppo economico del nostro paese”.

Ad accogliere i presenti presso la Casa della Carità di via San Francesco, a Padova, il presidente di Esu Padova, Giuseppe Maschera che, nel suo discorso, ha evidenziato: ESU di Padova si è resa disponibile a essere sede dell’evento perchè non basta fare le cose per bene in quanto la normalità non rende immuni da queste tragedie, come ci ricorda Gino Cecchettin. Volevamo fare qualcosa in più rispetto all’ordinaria amministrazione, ospitando quindi le Giornate Nazionali.

Inoltre Padova è anche la città dove si è laureata Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna a conseguire il titolo della laurea nel mondo.

Per questo abbiamo dato la possibilità di svolgere l’incontro qui  per dare un segnale sull’impegno di ANDISU contro ogni forma di disuguaglianza di genere”.

Presenti all’iniziativa diversi specialisti che hanno affrontato il tema della parità di genere: Claudio Gentili, direttore Centro di Ateneo “Servizi Clinici Universitari Psicologici” (SCUP) Università di Padova, Lorenza Perini, Centro di Ateneo per gli studi e le culture di genere “Elena Cornaro” Università di Padova, Maria Giulia Bernardini, docente di “Diritto e Genere” Università di Ferrara, Mariangela Zanni Consigliera Nazionale “Donne in Rete Contro la Violenza” (D.I.R.E.).

Fra gli interventi sul tema anche quello di Daniela Mapelli, Magnifica Rettrice dell’Università di Padova, che ha posto l’attenzione sulle iniziative svolte dagli Atenei per dire di no alla violenza di genere: “Abbiamo sentito la responsabilità di rispondere sul tema della parità di genere e del contrasto alla violenza. In questi mesi si sono generate una serie di iniziative che sono nate prima spontaneamente fra gli studenti, ma che andavano  sistematizzate in un progetto per non rischiare di farle terminare. Così è nato il progetto “Unire” con corsi di formazione e informazione per chi è all’Università. Il progetto è nato con gli studenti per dare loro gli strumenti per riconoscere quelle situazioni possono essere potenzialmente pericolose. Stiamo aprendo uno punto d’ascolto anti violenza rivolto a tutta la comunità universitaria con del personale specializzato a cui rivolgersi.

Vogliamo inoltre collaborare con la Regione e la Provincia perché noi siamo in contatto con le ragazze e i ragazzi che hanno dai 18 anni in su, ma crediamo che quando si parli di violenza di genere sia necessario iniziare ad agire prestissimo in tutte le scuole di ordine e grado. Vogliamo quindi collaborare con gli istituti scolastici del territorio per i corsi di formazione e informazione sia per gli studenti che per i docenti. Inoltre abbiamo già in Università un servizio di supporto psicologico attivo.”

Presenti all’evento delle GNDSU anche figure politiche e istituzionali come Margherita Colonnello, assessora alle Politiche di Genere, Diritto allo studio, Pari Opportunità, contrasto alla violenza di genere e Massimo Marzano Bernardi, direttore Direzione Formazione e Istruzione – Regione Veneto.

In rappresentanza del mondo giovanile anche Alessia Conti, presidentessa del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, che ha ringraziato ANDISU per aver scelto, come tema di questa edizione delle GNDSU, la parità di genere: “Non può essere un privilegio non essere fischiata per strada, eppure una donna su tre subisce una forma di violenza fisica e psicologica. Non può essere un privilegio studiare senza dover lavorare. Questi dovrebbero essere diritti e noi -e voi come istituzioni- dobbiamo farcene carico. Devono essere garantite a tutte le borse di studio e devono essere presenti in ogni facoltà sportelli anti violenza”.

Nel pomeriggio l’incontro è proseguito con Workshop-Confronto tra Organismi del Diritto allo Studio Universitario sul tema del:“Benessere psicologico, parità di genere. Esperienze e ipotesi di lavoro nell’ambito del diritto allo studio”. L’attività è stata organizzata da Ardis Friuli Venezia Giulia, con la presenza di: Pierpaolo Olla, direttore generale, Raffaela Brumat, responsabile del Servizio di Consulenza Psicologica, Cristina Iannice, Psicologa del Servizio di Consulenza Psicologica, Laura Casella, presidente del Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità dell’Università di Udine. L’incontro ha rappresentato l’opportunità per gli enti regionali impegnati nel diritto allo studio per confrontarsi sulle buone pratiche da adottare per garantire le pari opportunità.

“Diritto allo Studio. Un Peso, Una Misura”. A Padova le Giornate Nazionali del Diritto allo Studio Universitario dedicate quest’anno alla parità di genere

Padova, 16 aprile 2024

“Parità di genere come presupposto fondamentale per il Diritto allo Studio Universitario significa sottolineare quel che il nostro mondo cerca di fare ogni giorno: creare uguali condizioni di accesso agli studi senza alcuna distinzione se non quella del merito.” A parlare è Alessandro Ciro Sciretti presidente dell’Associazione Nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario (ANDISU) che, in collaborazione con ESU Padova, ha organizzato la Giornata che viene seguita in contemporanea in tutta Italia dove si stanno svolgendo iniziative sul tema organizzate dagli enti per il diritto allo studio universitario.
Sciretti ha, quindi, voluto sottolineare “la scelta fortemente simbolica di Padova. Crediamo fortemente nel valore dei servizi alle studentesse e agli studenti – ha concluso – come strumento strategico di sviluppo della nostra economia e nell’impatto che questo diritto costituzionalmente riconosciuto ha sulla possibilità di ogni individuo di autodeterminare il proprio futuro.”

La presenza alla giornata di Gino Cecchettin, autore del libro “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia”, ha riportato l’iniziativa all’attualità. L’accorata testimonianza del papà di Giulia la cui scomparsa – a novembre scorso – ha commosso tutto il Paese: “sogniamo un mondo senza alcuna violenza di genere e per questo bisogna tanto lavorare ancora” ha, fra l’altro, rimarcato Gino Cecchettin durante il suo applaudito intervento.

Presenti all’iniziativa diversi specialisti che hanno affrontato il tema: Claudio Gentili, direttore Centro di Ateneo “Servizi Clinici Universitari Psicologici” (SCUP) Università di Padova, Lorenza Perini, Centro di Ateneo per gli studi e le culture di genere “Elena Cornaro” Università di Padova, Maria Giulia Bernardini, docente di “Diritto e Genere” Università di Ferrara, Mariangela Zanni Consigliera Nazionale “Donne in Rete Contro la Violenza” (D.I.R.E.).

Ad accogliere i presenti presso la Scuola della Carità di via San Francesco, a Padova, il presidente di Esu Padova, Giuseppe Maschera, che ha evidenziato “il dovere di assicurare la parità di genere e di predisporre gli strumenti necessari per essere considerati come enti per il diritto allo studio un punto di riferimento sicuro per le studentesse e gli studenti”.

Presenti anche Margherita Colonnello, assessora alle Politiche di Genere, Diritto allo studio, Pari Opportunità, contrasto alla violenza di genere, Alessia Conti, presidentessa del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, Massimo Marzano Bernardi, direttore Direzione Formazione e Istruzione – Regione Veneto, Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova.

Nel pomeriggio Workshop-Confronto tra Organismi del Diritto allo Studio Universitario:“Benessere psicologico, parità di genere. Esperienze e ipotesi di lavoro nell’ambito del diritto allo studio”. Attività organizzata da Ardis Friuli Venezia Giulia, con la presenza di: Pierpaolo Olla, direttore generale, Raffaela Brumat, responsabile del Servizio di Consulenza Psicologica, Cristina Iannice, Psicologa del Servizio di Consulenza Psicologica, Laura Casella, presidente del Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità dell’Università di Udine.

DSU Toscana in trasferta da Edisu Piemonte: confronto e dialogo sulle best practices

Nell’ambito delle best practices tra Enti del Diritto allo Studio, venerdì 5 aprile Edisu Piemonte ha ospitato presso la sua residenza Lingotto a Torino i colleghi e le colleghe del Dsu Toscana per una giornata di scambio e confronto reciproco sui modelli del diritto allo studio.

Accolti dal presidente di Edisu Piemonte Alessandro Ciro Sciretti e dal direttore generale Marco Caselgrandi che hanno rivolto ai partecipanti un saluto introduttivo, la giornata è proseguita attraverso workshop tematici che hanno visto Piemonte e Toscana interagire sui diversi temi del diritto allo studio. Particolare attenzione è stata rivolta alla gestione delle borse di studio, ai sistemi informatici a disposizione degli enti e alle attività di comunicazione con Edisu che ha illustrato le diverse attività e risorse messe in campo per promuovere il diritto allo studio, oltre a una panoramica e un confronto sulle modalità e dinamiche di interazione con gli studenti e le studentesse interessati ai servizi offerti.

L’intensa giornata di lavoro si è conclusa con la visita al Museo Egizio e la cena presso la ristoreria Edisu “Student Zone Murazzi”.