Piemonte, sempre più immatricolati alle università. Ma serve far conoscere di più il diritto allo studio
Il Piemonte sempre più regione universitaria. Lo confermano i dati del rapporto Ires, l’Istituto di ricerche economico-sociali per il Piemonte, che nella sua relazione annuale ha osservato come la regione vanti un numero di immatricolati alle università superiore alla media nazionale: il 67 per cento dei diplomati piemontesi prosegue gli studi contro il 65 per cento del resto d’Italia.
Nell’anno accademico 2023/24 il numero di studenti e studentesse che hanno scelto di immatricolarsi in un ateneo del Piemonte ha superato le 22mila unità, con un aumento negli ultimi dieci anni del 25 per cento, ben più delle altre regioni del Nord.
Nel complesso gli iscritti ad un corso universitario sono 135 mila e a cui si aggiungono 5800 studenti dell’Alta formazione artistica e musicale e i 2100 frequentanti i corsi degli Istituti Tecnici Superiori: per una popolazione studentesca di oltre 140 mila unità. Come si legge nel rapporto Ires: “La crescita del sistema universitario piemontese si deve alla capacità degli atenei di trattenere sul territorio regionale più dell’80 per cento dei piemontesi che si iscrive all’università e di attrarre studenti da altre regioni italiane e dall’estero. Da oltre un decennio il numero degli immatricolati agli atenei del Piemonte residenti in altre regioni supera quello degli immatricolati piemontesi che scelgono di studiare altrove”.
Una crescita del sistema universitario a cui è ovviamente corrisposto un maggiore impegno del mondo del diritto allo studio per soddisfare le crescenti richieste di borse di studio e residenzialità degli studenti e studentesse. Nell’Anno Accademico 2022/23 infatti la spesa per le borse di studio sostenuta da Edisu Piemonte è quasi raddoppiata: da 50 milioni nel 2021/22 a 80 milioni del 2022/23 fino ai 100 milioni dello scorso anno, cifra che si prevede uguale anche per il nuovo bando pubblicato nei giorni scorsi. Parallelamente, grazie anche alle risorse del Pnrr, sono cresciuti gli importi per le borse.
Tra i principali problemi riscontrati da Ires sui temi del diritto allo studio, invece, vi è il fatto che i benefici offerti sono ancora poco conosciuti tra gli studenti piemontesi o che scelgono il Piemonte per la loro formazione universitaria: tanto che un’ampia percentuale di iscritti al primo anno, pur in possesso dei requisiti per beneficiare della borsa di studio, non ne fa richiesta. Da un’indagine su un campione di 6500 studenti e studentesse dell’ultimo anno delle scuole secondarie di II grado è emerso che, come si legge nel documento di Ires, “sebbene il 95% degli studenti affermi di sapere che si può ottenere una borsa di studio in caso di iscrizione all’università, solo il 3 per cento indica correttamente la modalità per richiederla e il 6 per cento conosce i requisiti per beneficiarne”.
Ragione per cui Edisu Piemonte in questi anni sta attivamente lavorando per accrescere le occasioni di promozione del mondo del diritto allo studio tra i giovani della scuole secondarie, attraverso iniziative, eventi, protocolli di intesa con Enti come l’Ufficio scolastico regionale e collaborazioni con i singoli istituti scolastici per raccontare a tutti e tutte le opportunità offerte a chi sceglie di studiare in Piemonte.