Durante il periodo fascista l'università italiana, a parte singoli casi di avversione e dissenso, non espresse una posizione compatta di opposizione al regime dittatoriale. Solo 12, su 1225 docenti di ruolo, come è noto, rifiutarono di sottoporsi al giuramento di fedeltà imposto nel 1931 e, purtroppo, i 10 firmatari del manifesto per la razza, patetico tentativo di giustificare scientificamente le vergognose leggi razziali del 1938, erano tutti universitari.
Fu la resistenza a fare emergere meritori episodi di consapevolezza e impegno, in non pochi docenti e studenti delle diverse comunità accademiche.
Nella ricorrenza del 25 aprile, l'Università di Brescia intende ricordare, fra di essi, un volantino, coraggiosamente stampato a Roma il 17 gennaio del 1944, durante l'occupazione, da un gruppo di universitari, oggi esposto nel mausoleo delle fosse ardeatine, nel quale si esortava, a fronte della richiesta degli oppressori nazisti di riaprire gli atenei, a tenere, invece, chiuse le aule, come segno di protesta e di testimonianza della volontà di "schierarsi a fianco degli ardimentosi partigiani, degli audaci gruppi di azione patriottica e degli eroici operai che scioperano a Torino e Milano, a Padova e a Genova, per la cacciata dell'oppressore e per la liberazione dell'Italia dalla tirannide fascista, e per la vittoria della democrazia".
L'università romana, proseguiva l'appello, "non può non rispondere al grido di ribellione e di lotta che si è levato dalle università dell' Europa martoriata, da Parigi a Karkov, da Oslo a Napoli l, da Praga a Padova".
L' Università di Brescia, auspicando che quel grido non debba mai più essere elevato, afferma tuttavia come esso sempre alberghi nel suo spirito, pronto a rialzarsi, per affermare i valori della libertà e della democrazia, affermati dalla Costituzione e posti a fondamento della propria identità.
Buona festa della liberazione!