Vietato l’accesso alle Università alle donne afghane, la risposta e le soluzioni di ADISURC

L’azienda per il diritto allo studio in Campania accoglie più di 40 studenti provenienti dall’Afghanistan e ha stanziato un fondo di 40.000 euro

Il diritto allo studio è uno dei diritti fondamentali sanciti anche dalla nostra Costituzione ed è alla base dello sviluppo sociale e formativo di ogni singolo individuo, oltre che essere uno degli elementi imprescindibili per una società libera e democratica.

Il diritto allo studio è un diritto sostanziale in quanto la carta costituzionale invita a perseguirlo rimuovendo ogni tipo di ostacolo o discriminazione, promuovendo la piena libertà e il libero accesso all’istruzione.

Una libertà riconosciuta e sostenuta dai vari enti (territoriali, universitari e non) che quotidianamente si impegnano per vedere garantito questo diritto fondamentale alla più ampia platea di beneficiari possibili.

Ma non è così ovunque. In Afghanistan, a seguito del ritorno al potere dei talebani, sono tanti i diritti che sono stati violati e le limitazioni alla libertà individuale e collettiva perpetrate. Fra queste vi è anche la limitazione all’accesso al mondo dell’istruzione per le donne. Dal mese di dicembre l’accesso alle Università del paese è stato vietate a tutte le ragazze. La lettera inviata a tutti gli Atenei dei paesi ha previsto l’esclusione dall’educazione universitaria di tutte le persone di sesso femminile.

Nonostante le proteste scoppiate per le strade del paese, alle donne vengono vietati molteplici diritti e fra questi anche la possibilità di potersi istruire autonomamente e di poter accrescere la propria consapevolezza.

Il diritto allo studio internazionale dalla parte delle donne

Le proteste hanno trovato l’appoggio della comunità internazionale e non è mancato il sostegno da parte degli enti di formazione e di sostegno all’istruzione degli altri paesi del mondo.

Anche dall’Italia è arrivata una ferma condanna alla decisione presa dai talebani e gli enti di diritto allo studio si sono uniti mostrando piena solidarietà e apertura nei confronti delle donne afgane e di tutte quelle persone che vivono in paesi dove il diritto all’istruzione viene, ancora oggi, negato.

A unirsi all’iniziativa anche ANDISU, l’associazione nazionale degli organismi per il Diritto allo Studio, che da anni si impegna ad abbattere tutte le discriminazioni e gli ostacoli che incontrano i cittadini che vogliono proseguire il proprio percorso di studi all’università.

Vietare il diritto allo studio alle donne è porre un divieto alla loro libertà

Fra gli enti attivi nell’abbattere le barriere e aprire le porte degli alloggi universitari e delle mense alle studentesse e gli studenti in difficoltà socio economica vi è anche l’Adisurc, Azienda per il Diritto allo Studio Universitario della Regione Campania.

Il Presidente, il Dott.Emilio Di Marzio ha commentato la notizia della decisione presa dai talebani: “Molti dei commentatori internazionali avevano guardato con qualche positiva attesa alle prime dichiarazioni che parevano di apertura alla modernità del reinsediatosi regime dei talebani in Afghanistan.Si è trattato, come si vede, di una ingenuità. I governi teocratici sono la punta più retriva dei regimi illiberali nel mondo e il segno primo è quasi sempre la sottomissione delle donne, la loro esclusione dagli studi e l’eliminazione di qualunque leva critica nell’insegnamento, nella ricerca, nella formazione dei giovani in generale”.

Il mondo del diritto allo studio è chiamato quindi a una presa di posizione, come sottolineato dal Presidente di Adisurc: “Fanno bene le università europee e fanno bene gli organismi di diritto allo studio, a cominciare da ANDISU, a porsi il problema dell’accoglienza, dell’affermazione dei diritti inviolabili al sapere, all’emancipazione culturale, spirituale e materiale delle donne dei paesi in cui sono discriminate”.

Fra i beneficiari delle borse di studio in Campania 584 iraniani e 42 afghani

La Campania, con la presenza di università dalla tradizione storica, è una delle regioni d’Italia dove sono presenti studentesse provenienti da paesi dove le libertà vengono ancora negate. Come dichiarato dal Presidente Di Marzio: “In Campania, in particolare, ADISURC prova a rispondere, pur nelle risorse non infinite, alla domanda che viene da giovani di paesi dove vi sono conflitti in corso o regimi discriminatori al potere o livelli di povertà insostenibile. Ne cito alcuni tra tutt: Iran, Afghanistan, Sudan, Ghana e Ucraina. Tra i nostri beneficiari vi sono, tra uomini e donne, 584 iraniani, 42 afghani, 96 ucraini, 38 sudanesi, 8 ghanesi”.

Adisurc si è posta il problema relativo agli studenti che giungono presso gli Atenei ad anno accademico inoltrato e quindi impossibilitati a concorrere alle loro selezioni. Il cda riunito ha deciso di adottare una misura in grado di coprire queste richieste. Come spiegato dal Dott. Di Marzio: “Abbiamo adottato un fondo di 40.000 euro che possa coprire casi simili, quando prima invece la risposta risultava episodica e più precaria”.

Problemi internazionali che vanno affrontati su più fronti con il sostegno delle istituzioni: “Più si allargano le aree di crisi, anche nelle nostre società occidentali cosiddette opulente, più gli enti che si occupano di diritto allo studio devono provare ad ampliare i servizi. Quelli storici in primis. Se penso alla Campania, dopo molti decenni di arretramento, abbiamo in programma, in un quinquennio, di raddoppiare i posti alloggio e triplicare i posti mensa. È un obiettivo non astratto, ma condiviso dai Rettori degli Atenei campani con la Regione. Abbiamo in questo senso avviato programmi e stanziato risorse in un disegno operativo che confidiamo rivoluzioni l’accoglienza in Campania”.

Per quanto riguarda il capitolo borse di studio ADISURC è tra le regioni italiane più avanzate per numero di beneficiari.

Adisurc: “Non solo borse di studio, ma anche sostegno alla mobilità, allo sport e alla cultura”

Non solo residenze e borse di studio, il Dott. Di Marzio propone ulteriori strumenti per sostenere il diritto allo studio: “Possiamo fare ancora di più, su terreni non convenzionali, anche per quegli studenti che, per quanto non strettamente privi di mezzi, appartengono a famiglie che non sono immuni alla crisi. Un modello può essere quello già adottato dalla Regione Campania con gli abbonamenti gratuiti per gli studenti universitari. Anche Adisurc ha in elaborazione scelte di sostegno alla mobilità, al tempo libero, alla cultura e allo sport che possono valorizzare l’offerta per tutti coloro che studiano in Campania, siano essi italiano o stranieri”.